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"Un velo da svelare" Iniziativa a margine del III Convegno
Artisti in viaggio 1600-1750. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia
       
 

Antonio Corradini, Sara (XVIII secolo)

 

logoRegione Autonoma Friuli Venezia Giulia


UN VELO
DA SVELARE

In occasione del III Convegno, Artisti in viaggio 1600 – 1750. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia, Itineraria ha promosso l’iniziativa “Un velo da svelare” per la raccolta dei fondi necessari al restauro dell’”Altare delle anime” della chiesa di San Giacomo in Udine. Sull’altare si trovano le splendide statue realizzate nei primi decenni del Settecento dallo scultore veneziano Antonio Corradini, del quale ha parlato al convegno il Professore Matej Klemencic dell’Università di Lubiana.

La statua a sinistra rappresenta l’Arcangelo Raffaele, capo degli Angeli custodi, protettore dei pellegrini, l’Angelo della Provvidenza che veglia su tutta l'umanità, il cui nome vuol dire “medicina di Dio” o “Dio guarisce”. Egli ha in mano un pesce e ricorda la miracolosa guarigione dalla cecità di Tobia avvenuta grazie all’utilizzo del fiele dell’animale. Tobia si occupava della cura dei defunti e questo spiega la collocazione della statua sull’altare. Di fronte all’angelo si trova Sara o “Il lutto”, la misteriosa figura femminile eseguita con perizia magistrale. Nei panneggi delle sue vesti si ritrovano chiari riferimenti alla statuaria classica, mentre la parte superiore, resa con delicato naturalismo, è coperta da un velo che fa trasparire un volto di rara bellezza.

Antonio Corradini (1688 – 1752) fu maestro nella preziosa tecnica di scolpire figure velate. Lavorò a Vienna, Dresda e Roma. Nell’ultimo periodo della sua vita fu chiamato a Napoli da Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero. Nella cappella napoletana dell’illustre famiglia, Antonio Corradini scolpì la statua della “Pudicizia” (1751) in memoria della madre del Principe, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, morta prematuramente. La figura è ricoperta fino ai piedi da un “velo” leggero, naturale, impalpabile, straordinariamente aderente alla pelle. La donna ha tra le mani ha una lapide spezzata, che riferisce al cammino interrotto, mentre il velo simboleggia l’antica sapienza, velata poiché intangibile per chi non sia iniziato ai suoi misteri.

Per la stessa cappella, Antonio Corradini scolpì il bozzetto in creta per la realizzazione del “Cristo velato” (1753), realizzato l’anno successivo alla sua morte dal giovane scultore napoletano Giuseppe Sanmartino. L’opera resta uno dei capolavori assoluti della storia della scultura.


III Convegno, Artisti in Viaggio 1600 - 1750. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia

 
 


Antonio Corradini, Sara (XVIII secolo), Udine, Chiesa di San Giacomo Apostolo

 

Antonio Corradini, La Pudicizia

Antonio Corradini
La Pudicizia (1752)
Napoli, Cappella di San Severo

Antonio Corradini, La Pudicizia (part)

Antonio Corradini
La Pudicizia (part)
Napoli, Cappella di San Severo

 

Giuseppe Sanmartino, Cristo velato

Giuseppe Sanmartino, Cristo velato (1753), Napoli, Cappella di San Severo

 

Antonio Corradini, Donna velata

Antonio Corradini, Donna velata
Parigi, Louvre

   
 
 
 
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