Città
di Trieste
Giovedì 26 agosto 2004
Ore 18.30
Trieste, piazza Ponte Rosso
Il Canale di Ponte rosso;
sullo sfondo la Chiesa di
S.Antonio Nuovo
Archivio A.I.A.T. Trieste
Foto di Alessandro Savella |
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Giovedì
26 agosto 2004
Ore 18.30 - 20.00
Trieste e il porto franco. Nascità della “Città
Nuova”
La trasformazione urbana del XVIII secolo a Trieste, dal Borgo Teresiano
alla Cavana
Fascinoso e unico sbocco al mare del grande Impero
austriaco, la città di la Trieste riceveva nel 1719 dall’imperatore
Carlo VI d’Asburgo la patente di porto franco. Fu l’esordio
di uno straordinario periodo di prosperità economica e culturale,
portatore di una rapida crescita demografica e di un magnifico sviluppo
urbano ai piedi del colle di San Giusto.
Con l’abbattimento delle mura medievali nel
1748, la città antica veniva unita all’area che per
secoli era stata adibita a saline. In quest’area bonificata,
frutto dell’illuminata trasformazione urbana voluta dall’Imperatrice
Maria Theresia d’Austria, veniva costruito un reticolo ortogonale
di strade e piazze, percorso da due canali che dal mare giungevano
sino al cuore della città. Era la fondazione del moderno
emporio. Norme rigorose regolamentavano l’ubicazione dei magazzini
e vincolavano le altezze e il numero dei piani degli edifici, dando
vita a tipologie abitative sobrie, funzionali e di estrema eleganza.
Nella vicina Piazza Unità d’Italia,
elemento urbano di unione tra la città vecchia e la nuova,
due opere di forte impatto sono testimoni del periodo: la Colonna
di Carlo VI e la Fontana dei Quattro Continenti. Struttura vigorosa,
realizzata dallo scultore bergamasco Giovanni Domenico Mazzoleni
nel 1751, la Fontana dei Quattro Continenti è costituita
da una piramide di rocce sulla quale troneggiano le figure di Trieste
e il Commercio. Fanno corona le statue di: Europa, Africa, Asia,
America. L’Australia non era ancora conosciuta.
Alle spalle di piazza Unità, lungo la suggestiva
via Cavana che nel nome ricorda l’antica darsena, si trovano
importanti edifici seicenteschi e settecenteschi con pregevoli facciate
e portali decorati da mascheroni. Oltre il teatro romano, già
a mezzo colle, le forme maestose ed eloquenti della chiesa di Santa
Maria Maggiore chiudono la prospettiva scenica. Assieme alla chiesa
di San Cipriano fu tra i più importanti centri di educazione
religiosa Tra Sei e Settecento.
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