Anton Zoran Music
Cavalli che passano
1948, olio su tela, 67x79
Collezione privata |
Serata evento ai Musei Provinciali
di Palazzo Attems a Gorizia in occasione della mostra Music,
sabato 22 novembre 2003 alle ore 20.45 per Itinerari
sotto le Stelle tra Arte & Musica, l’importante
iniziativa sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia e
ideata da Itineraria nel 1994 per scoprire e animare i Musei
e le Mostre in Regione. Fondati
nel 1861, in un momento storico cruciale e di estrema importanza
per la Storia d’Italia, I Musei Provinciali di
Gorizia svolgono oggi un ruolo fondamentale
nella valorizzazione e promozione del patrimonio storico e
artistico del territorio. Sono un unicum di istituzioni
molto articolate le cui esposizioni comprendono ambiti cronologici
e tematici straordinariamente vari che vanno dall’archeologia
all’arte contemporanea,
approfondendo anche interessanti aspetti della cultura materiale
e tradizionale.
Il
Museo della Grande Guerra, il Museo
della Moda e delle Arti
Applicate, la Pinacoteca, la Galleria
Regionale di Arte Contemporanea “Luigi
Spazzapan”, per non dimenticare l’Archivio
storico provinciale rappresentano
un caledoiscopio di opportunità per tuffarsi in quel
mondo affascinante e ricco di incantamenti e sapienza che è la
Storia.
Un’attenzione sempre
maggiore viene inoltre rivolta dai Musei Provinciali a tutte
quelle manifestazioni che promuovono
la cultura locale dall’editoria alle mostre
temporanee. L’attuale mostra Music a Palazzo
Attems ne è straordinaria testimonianza,
dedicata ad Anton Zoran Music, è un giusto tributo
all’artista dalla sua
terra. Come già la grande mostra al Grand Palais di
Parigi del 1995, questa esposizione antologica di oltre un
centinaio di opere permette di ripercorrere il percorso umano
e creativo di questo personalissimo interprete e di comprendere
l'evoluzione del suo straordinario linguaggio poetico. I
paesaggi dalmati
degli anni cinquanta, cari al suo cuore, i paesaggi umbri
e senesi, e ancora quelli rocciosi rivivono in un’aura
fiabesca e indimenticabile fino a dissolversi in lievi macchie
formali,
vibranti e “rapite” in trasparenti cromatismi.
Il cupo e straziato ricordo della prigionia vissuta a Dachau
riemerge invece improvviso nelle opere degli anni Settanta
per divenire testimonianza altissima e terribile; poi i ritratti
della moglie intrisi di una diversa umanità; e ancora
Venezia, l’amore di una vita, “…là trovavo
l'oriente e l'occidente così intimamente fusi…”.
Infine a dare eccezionale completezza alla mostra sono presenti
gli ultimi, intensi disegni, inediti e mai esposti prima
d’ora,
realizzati dall’artista nei mesi di febbraio
e marzo del 2001. |