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La
mostra Tra Venezia e Vienna, le Arti a Udine nell'Ottocento è
l'occasione per illustrare un secolo di grande cultura e di notevoli
manifestazioni artistiche, non sempre conosciute.
La Patria del Friuli, fino al 1797 parte della
Repubblica di Venezia fu unita al Lombardo Veneto e poi al Regno
d'Italia. Il 13 maggio 1866 il "museo friulano" di Udine
fu aperto per dimostrare l'italianità di questa terra.
Anche in Friuli il XIX secolo passa dall'arte, alla maniera dei
classici, alla scienza, in un periodo di trasformazioni epocali
che portano una società feudale alla modernità, tra
grandi difficoltà (epidemie, fame ed emigrazione) e momenti
di grande intensità, come il 1848.
La città di Udine si trasforma sul piano urbanistico e si
ammoderna, si dota di edifici di pubblica fruizione ad opera di
apprezzati ingegneri ed architetti locali (Valentino Presani, Giovanni
Battista Bassi, Andrea Scala su tutti). Numerose abitazioni della
nobiltà e della ricca borghesia locale vengono abbellite
con nuove decorazioni interne.
L'esposizione presenterà molte opere d'alta qualità
- dipendenti dai grandi centri di elaborazione culturale, come Venezia
e Monaco di Baviera - provenienti da luoghi di culto, dai principali
musei italiani tra i quali Ca' Pesaro e le Gallerie dell'Accademia
di Venezia e da collezioni private.
Nel percorso espositivo trovano largo spazio, tra l'altro, la produzione
sacra e profana dei maggiori esponenti della pittura dell'Ottocento
friulano da Odorico Politi - insegnante nell'Accademia di Belle
Arti di Venezia - al palmarino Giuseppe Bernardino Bison, dal ritrattista
pordenonese Michelangelo Grigoletti, al goriziano Giuseppe Tominz.
La mostra è occasione per rivalutare artisti di valore, come
Jacopo D'Andrea, Ascanio di Brazzà, Filippo Giuseppini, Giovanni
Paglierini e altri che si divisero tra la pittura e la fotografia,
come Giuseppe Malignani.
Fanno parte della mostra anche alcune sculture di Antonio Canova
e di autori friulani come Luigi Minisini, Vincenzo Luccardi e Andrea
Flaibani.
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