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Domenica 17 novembre 2002
Artisti in viaggio 1300-1450
Presenze Foreste in Friuli Venezia Giulia
Ideazione e cura di
Maria Paola Frattolin
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L’itinerario inizia
con la visita alla Loggia del Lionello che, progettata da Nicolò
Lionello nel XV secolo, resta uno degli edifici più raffinati
realizzati in gotico veneziano, simbolo illustre della presenza
di Venezia in terra ferma.
Prosegue al Museo del Duomo, che nella parte più antica vede
operare Vitale da Bologna, uno dei massimi esponenti della cultura
figurativa trecentesca. Nella sua pittura confluiscono i ricordi
della pittura giottesca, l’antica cultura popolare della tradizione
padana, spunti tratti dalla cultura senese, dall’arte francese
e dalla miniatura. Il suo è un linguaggio nuovo, insieme
colto e vernacolare, raffinato ed espressivo.
Affidatagli la decorazione della cappella maggiore del Duomo di
Santa Maria dal patriarca Bertrando di San Genesio, a seguito del
disastroso terremoto del 1348, egli vi affrescò la Crocifissione,
l’Incoronazione della Vergine,
l’Annunciazione, figure
di Santi, Storie del Nuovo e Antico Testamento.
Nell’attigua Cappella di San Nicolò, realizzò
le scene fiabesche tratte dalle storie della vita del santo per
la Confraternita dei Fabbri.
L’opera di Vitale esercitò un’enorme influenza
sulla pittura locale dei decenni successivi. Lo si può facilmente
riscontrare nelle numerose opere a carattere vitalesco ancora esistenti
sul territorio del Friuli Venezia Giulia. L’esempio più
significativo è il grandioso ciclo del duomo di Spilimbergo
dove l’iconografia e la successione delle scene sulle pareti
ripetono fedelmente il repertorio scandito dalla decorazione udinese.Il percorso continua alla Chiesa di San Francesco che conserva
importanti testimonianze pittoriche ascrivibili al XIV secolo, opere
in cui si ravvisano gli echi della pittura italiana del tardo Duecento.
Nella zona absidale sono ancor oggi ben leggibili le figure degli
Evangelisti, il Cristo in mandorla e l’incantevole Lignum
Vitae databili intorno al 1330. A poca distanza di tempo lavorano
in S. Francesco anche artisti legati ai modi della Scuola Riminese
che realizzano, i santi Francesco, Ludovico
di Tolosa, Antonio di Padova, Chiara, Paolo e infine un’Annunciazione.L’itinerario prosegue alla volta di Sesto al Reghena per
visitare l’incantevole Abbazia di Santa Maria in Sylvis, fondata
nell’VIII secolo dai fratelli Longobardi Erfo, Anto, Marco,
scrigno di preziose testimonianze dell’epoca e di un importante
ciclo di affreschi in particolare del XIV e XV secolo.
Agli inizi del Trecento l’Abbazia fu di fatto interessata
da un vasto e impegnativo programma di decorazione pittorica che
non trova uguali all’epoca in tutto il Friuli e dove compaiono
tracce esplicite di modelli giotteschi. Del vasto ciclo di affreschi
che doveva ricoprire interamente le superfici interne dell’edificio
religioso, rimangono ancora leggibili ampie parti del complesso
programma iconografico che propone Storie
della Vergine, titolare dell’abbazia, vite dei
Santi Giovanni Battista e Pietro,
contitolari, e S. Benedetto,
fondatore dell’ordine. A questi si aggiungono temi di singolare
rarità quale lIncontro dei
tre vivi e dei tre morti e lo stupefacente Lignum
vitae, tema prettamente francescano e derivato dalla
nota opera di San Bonaventura, che trova qui a Sesto una delle realizzazioni
più alte.
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