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Sabato 25 ottobre 2003
Ideazione e cura di
Maria Paola Frattolin
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L’itinerario inizia
da Udine con la visita alla Casa Secolare delle Zitelle e si conclude
a Rosazzo per la visita all’incantevole Abbazia dedicata
a San Pietro Apostolo.
La Casa Secolare delle Zitelle di Udine è a
tutt’oggi
una delle più antiche e prestigiose istituzioni cittadine.
Fondata nel 1595 nel Borgo di Santa Maria per opera delle nobili
gentildonne Anna Mels e Flavia Frangipane, aveva il fine di “aiutar
povere figliole che fossero in pericolo di perder l’anima et
l’honore per la loro povertà, mal governo de’ suoi
parenti et malizia di questo fallace mondo”. Nel 1611 fu consacrata
la Chiesa, dedicata alla Presentazione di Maria al Tempio, che presto
si arricchì di preziose donazioni come quella del Patriarca
Delfino che la resero splendida. Tra le opere conservate al suo interno
spiccano i capolavori di Jacopo Palma il Giovane, Sante Peranda e
Maffeo da Verona.
L’Abbazia di Rosazzo fu invece fondata, come
dice la tradizione, verso la fine del IX secolo. Dopo un inizio sotto
gli Agostiniani,
a partire dal 1090 il Monastero e la Chiesa furono retti dai monaci
Benedettini. Nel 1423, dopo oltre tre secoli e mezzo di presenza
operosa, i Benedettini lasciarono Rosazzo e il Monastero venne dato
in commenda ai vescovi che ne assunsero la reggenza con il titolo
di Abate. Il servizio religioso veniva invece officiato dai Domenicani.
Alla fine del XVIII secolo l’Abbazia fu definitivamente affidata
ai Vescovi di Udine.
Nel corso dei secoli l’edificio ha assunto la struttura architettonica
poderosa, simile a una fortezza, che si può ammirare ancora
oggi. Coinvolta nelle sanguinose lotte tra Aquileia e Cividale,
e tra Venezia e gli Imperiali, l’Abbazia fu devastata più volte
dalle incursioni sul territorio, dagli incendi e da ogni sorta
di calamità, ma ogni volta restaurata e ricostruita. In
occasione dei restauri che seguirono al disastroso incendio del
1509, l’abate
commendatario Matteo Giberti chiamò nel 1535 i pittori Francesco
Torbido e Battista dell’Angelo, detto il Moro. Il primo affrescò la
Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor, la Vocazione di
Pietro e Andrea e La pesca sul Lago di Genezareth nel coro e i
Quattro Evangelisti
sul soffitto, il secondo realizzò la Crocifissione nell’aula
del Capitolo.
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